Urania Collezione 079 - La Fortezza di Farnham - Robert A Heinlein by Robert A Heinlein

Urania Collezione 079 - La Fortezza di Farnham - Robert A Heinlein by Robert A Heinlein

autore:Robert A Heinlein
La lingua: ita
Format: mobi, epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Hugh Farham esitò solo per il tempo necessario a formulare la sua risposta. — Sua Provvidenza sa che quest’umile creatura è un servo. Le orecchie di questo servo devono aver errato nel credere di aver udito interpellare l’umile servo per chiedergli di formulare un parere dal punto di vista degli Eletti.

— Maledetta la tua impertinenza! Piantala, Hugh. Voglio la tua opinione.

— Te l'ho data, Ponse. Sono un servo. Le mie simpatie vanno ai fuggiaschi e ai selvaggi. Non sono venuto qui di mia spontanea volontà. Ci sono stato portato con la forza.

— Ma di certo non serbi più rancore per questo. Ovvio che sei stato catturato; è successo anche a Joe. Ma c’era il problema della lingua. Adesso hai visto la differenza. Ora sai.

— Sì. Ora so.

— E allora sai anche quanto siano migliorate le tue condizioni. Non dormi forse in un letto migliore? Non mangi forse meglio? Zio Onnipotente! Quando vi abbiamo raccolto eravate mezzi morti di fame, infestati dai parassiti. Riuscivate a malapena a tirare avanti, lavorando duramente. L'ho visto con i miei occhi. Non sono cieco, né stupido; nessun membro della mia famiglia, neppure l’ultimo degli sguatteri lavora nemmeno la metà di quanto eravate costretti a fare voi, né dorme in un letto tanto scomodo, in una piccola stalla puzzolente; riuscivo a malapena a sopportare l'odore prima della disinfezione. E quanto al cibo, ammesso che lo si potesse chiamare così, qualunque servo della mia casa storcerebbe il naso di fronte a quel che mangiavate. Non è forse vero tutto ciò?

— Sì.

— E allora?

— Preferisco la libertà.

— “Libertà!” Un concetto privo di riferimento, come "fantasma". Privo di significato. Hugh, dovresti studiare un po’ di semantica. La semantica moderna, voglio dire: dubito che una simile scienza esistesse davvero ai tuoi tempi. Siamo tutti liberi, liberi di seguire il sentiero tracciato per noi. Proprio come un sasso è libero di cadere quando lo lanci in aria. Nessuno è libero nel senso astratto che tu attribuisci al termine. Pensi forse che io lo sia? Libero di far cambio con te, per esempio? Pensi che lo farei se potessi? Certo che lo farei! Tu non hai idea delle mie preoccupazioni, della mole di lavoro che mi tocca svolgere. A volte rimango sveglio metà della notte a chiedermi che strada devo imboccare. Nei quartieri dei servi non succede nulla di simile. Sono felici, liberi dalle preoccupazioni. Io invece devo portare il mio fardello meglio che posso.

Hugh assunse un’espressione ostinata. Ponse gli si avvicinò e gli passò un braccio attorno alle spalle. — Avanti, cerchiamo di ragionare con obiettività, da persone civili. Non sono uno di quei fanatici convinti che un servo non sia capace di pensare solo perché ha la pelle bianca. Questo lo sai. Non ho forse rispetto per la tua intelligenza?

— Be’... sì.

— Così va meglio. Lascia che ti spieghi un paio di cose. Joe le ha già viste con i suoi occhi. Puoi farmi delle domande. Sono certo che, da persone razionali, arriveremo a capirci. Per prima cosa, Joe, tu hai visto gli Eletti, coloro che senza dubbio il nostro amico Hugh definirebbe "liberi".



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